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28 dicembre 2006
Fogazzaro
Non è vero che l'amore è cieco; è solo presbite: più ci si allontana, più si vede chiaro.
| inviato da il 28/12/2006 alle 14:33 | |
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28 dicembre 2006
Emerson
Se credi al fato, fallo almeno nel tuo interesse.
| inviato da il 28/12/2006 alle 14:32 | |
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24 dicembre 2006
Humanitas
«Come già Luca Coscioni, a mio turno sono oggi oggetto di offese e insulti, di pensieri, parole, aggressioni alla mia identità ed alla mia immagine, quasi non bastassero quelle perpetrate al corpo che fu mio e che, invece, vorrei, per un attimo almeno, mi fosse reso come forma necessaria del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita, della mia morte; in una parola del mio essere»
Piergiorgio Welby (Roma, 26 dicembre 1945 - Roma, 20 dicembre 2006)
Biografia
Fu affetto da distrofia muscolare dall'età di 16 anni. La malattia non gli consentì più di parlare, di compiere movimenti e lo costrinse, nello stadio finale, a stare immobile su un letto, sempre a mente lucida. Quanto segue è raccontato in prima persona dallo stesso Welby[1].
Durante gli anni sessanta e settanta trovò parziale sollievo dalle sofferenze facendo uso di droghe, dipingendo e scrivendo (anni dopo il New York Times lo avrebbe definito "poeta"[2])
Negli anni ottanta le sue condizioni peggiorarono ulteriormente, tanto da necessitare una disintossicazione dalle droghe assunte. Per questo fece uso di metadone, che sortì l'effetto desiderato, ma lo costrinse definitivamente a rinunciare all'uso delle gambe. Sempre in quegli anni incontrò durante un viaggio parrocchiale a Roma quella che divenne a breve sua moglie.
Fu proprio quest'ultima che nel luglio 1997, chiamò i soccorsi in seguito ad una crisi respiratoria di Welby, il quale, per sopravvivere, fu attaccato ad un respiratore automatico in seguito ad una tracheostomia. Questa condizione lo spinse a chiedere più volte che gli venisse "staccata la spina", ma la sua richiesta non fu mai accolta in quanto contrastante con le leggi in vigore.
Il 12 aprile 2005, benchè incapace di muoversi, fu accompagnato da esponenti del Partito Radicale a votare in occasione del referendum sulla fecondazione assistita. In seguito fu inserita una norma che ha consentito, a partire dalle elezioni della XV Legislatura, di votare ai degenti impossibilitati a recarsi alle urne.
Welby e l'eutanasia
Il caso di Welby (per alcuni eutanasia, per altri accanimento terapeutico) suscitò in Italia un acceso dibattito sull'eutanasia e, più in generale, sui rapporti tra legge e libertà e sull'incongruenza tra i principi costituzionali che definiscono l'accanimento terapeutico ed il libero arbitrio contro una morale fine a se stessa e quindi senza “pietas”.
Nel settembre 2006 Welby inviò una lettera aperta al Presidente della Repubblica chiedendo il riconoscimento del diritto all'eutanasia [3]. Giorgio Napolitano rispose auspicando un confronto politico sull'argomento [4].
Il 5 dicembre 2006 Barbara Pollastrini, Ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, chiese "rispetto, comprensione e pietà" nei confronti di Welby [5].
Il 6 dicembre 2006 Livia Turco, Ministro della Salute, auspicò un intervento del Consiglio superiore di sanità che chiarisse se quello nei confronti di Welby fosse o meno accanimento terapeutico. Il Consiglio diede parere negativo[6].
L'8 dicembre 2006, in una lettera inviata al Tg3, Welby paragonò la sua condizione a quella vissuta da Aldo Moro durante la prigionia [7].
Il 16 dicembre 2006 il tribunale di Roma respinse la richiesta dei legali di Welby di porre fine all'accanimento terapeutico, dichiarandola "inammissibile", per via del vuoto legislativo su questa materia. Secondo il giudice esiste il diritto di chiedere l'interruzione della respirazione assistita, previa somministrazione della sedazione terminale, ma è un "diritto non concretamente tutelato dall'ordinamento". Nella stessa giornata si svolsero in 50 città delle veglie a sostegno delle volontà di Welby[8].
La Santa Sede si è mostrata intransigente sull'argomento, ma il 20 dicembre 2006 ha in extremis aperto uno spiraglio attraverso le parole del Cardinale Javier Lozano Barragan (Ministro della Salute del Vaticano), che ricalcano nella sostanza quanto già espresso dal Ministro Livia Turco[9]:
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«I medici dicano se la macchina che aiuta a respirare Welby è inutile o sproporzionata e se non fa altro che prolungare l'agonia di una imminente morte» |
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La morte
Mentre Parlamento e giudici dibattevano ancora la vicenda, dato che la legislazione italiana non fa chiarezza su accanimento terapeutico ed eutanasia, il 20 dicembre 2006 verso le ore 23.30 Piergiorgio Welby è morto, sotto sedazione, dopo che gli è stato staccato il respiratore, secondo la sua volontà. Il dottor Mario Riccio, anestesista, ha confermato in sala conferenze del Parlamento il 21 dicembre del 2006 di averlo aiutato a morire. Welby ha impegato circa 40 minuti per morire da quando gli è stato staccato il respiratore. Ha detto a ciascuno qualcosa e ha fatto mettere della musica di Bob Dylan. [10].
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/WELBY
| inviato da il 24/12/2006 alle 19:42 | |
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24 dicembre 2006
Terzani
L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio nell'Himalaya....è dentro di noi!
| inviato da il 24/12/2006 alle 19:31 | |
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24 dicembre 2006
Elliss
Il posto dove più fiorisce l'ottimismo è il manicomio.
| inviato da il 24/12/2006 alle 19:30 | |
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24 dicembre 2006
Petrarca
Questo nostro caduco e fragil bene ch'è vento ed ombra ed à nome beltade.
| inviato da il 24/12/2006 alle 19:29 | |
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21 dicembre 2006
Nietzsche
Talvolta amiamo solo la nostra passione e non la cosa che ci appassiona.
| inviato da il 21/12/2006 alle 11:56 | |
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21 dicembre 2006
Eco
Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.
| inviato da il 21/12/2006 alle 11:55 | |
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18 dicembre 2006
Pound
Uno dei piaceri della mezza età è di scoprire che uno aveva ragione, e che aveva più ragione di quanto se ne rendesse conto all'età di diciassette o ventitrè anni.
| inviato da il 18/12/2006 alle 18:49 | |
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18 dicembre 2006
Emerson
L'erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù.
| inviato da il 18/12/2006 alle 18:48 | |
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14 dicembre 2006
Petrarca
Un bel morir tutta la vita onora.
| inviato da il 14/12/2006 alle 23:18 | |
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13 dicembre 2006
Eraclito
Io stesso muto nell'istante in cui dico che le cose mutano.
| inviato da il 13/12/2006 alle 11:38 | |
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11 dicembre 2006
Epicuro
Non dobbiamo stimare come più felice il giovane, ma il vecchio che ha vissuto bene. Perché il giovane nella pienezza delle sue forze è spesso confuso e sviato dal vento della fortuna; ma il vecchio che si è ancorato nella vecchiaia come in un porto, tiene ormai saldi nella sicura custodia della gratitudine i beni che prima aveva scarsa fiducia di ottenere.
| inviato da il 11/12/2006 alle 22:56 | |
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10 dicembre 2006
Michelangelo
Per appressarm'al ciel dond'io derivo.
| inviato da il 10/12/2006 alle 20:19 | |
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7 dicembre 2006
Palahniuk
Ma quand'è che il futuro è passato dall'essere una promessa all'essere una minaccia?
| inviato da il 7/12/2006 alle 23:44 | |
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6 dicembre 2006
Emerson
Quelli che vivono per il futuro sembrano sempre egoisti a quelli che vivono per il presente.
| inviato da il 6/12/2006 alle 18:7 | |
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5 dicembre 2006
Petrarca
Povera e nuda vai, Filosofia.
| inviato da il 5/12/2006 alle 21:19 | |
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5 dicembre 2006
Nietzsche
Una bella donna ha qualcosa in comune con la verità: entrambe danno più felicità quando si desiderano che quando si posseggono.
| inviato da il 5/12/2006 alle 21:18 | |
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3 dicembre 2006
Eco
Nulla è più fugace della forma esteriore, che appassisce e muta come i fiori di campo all'apparire dell'autunno; e che senso avrebbe dire di un uomo che ebbe l'occhio severo e le guance pallide quando ormai lui e coloro che lo attorniavano sono polvere e della polvere il loro corpo ha ormai il grigiore mortifero? Solo l'animo, lo voglia Iddio, risplende di una luce che non si spegnerà mai.
| inviato da il 3/12/2006 alle 21:16 | |
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1 dicembre 2006
Emerson
Noi non facciamo altro che prepararci a vivere, ma non viviamo mai.
| inviato da il 1/12/2006 alle 11:40 | |
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1 dicembre 2006
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone.
| inviato da il 1/12/2006 alle 11:40 | |
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Da quando ho iniziato il blog, questi libri hanno segnato la mia anima... Critica della ragion pura, Il ritratto di Dorian Gray, Così parlò Zarathustra, Faust, Le pagine polverose di Ask the Dust, L'Unico.
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Blog nato il... 9 maggio 2005
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APPELLO BLOG! NON SPORCO! AGGIUNGIMI TRA I TUOI PREFERITI! HO BISOGNO SOLO DI ESSERE LETTO E COMMENTATO QUALCHE VOLTA!
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-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- MEMENTO. Tutti parlano di politica, come se fosse una cosa importante. Preferisco parlare d'altro, o meglio, preferisco ascoltare. _-_-_-_-_-_-_-_-_-_
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 L'urlo, Munch. "Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue, mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura".
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